Alice, le meraviglie, i blog e la scienza

Alice nel 2267, da Star Trek (TOS: "Licenza di sbarco"). Copyright: Paramount Pictures

Così, in estemporanea meditazione, sono rimasto colpito dal numero di correlazioni, per così dire, insospettabili, che sono possibili tra il più famoso romanzo di Lewis Carroll e quel lato a volte poco attraente della scienza che però ben si presta alla diffusione delle idee, attirando così l’attenzione dei fortunati possessori di quella giusta curiosità che non potrà portare altro che cose buone (dimenticate la faccenda del gatto curioso, quella è una panzana per i pigri e i paurosi).

Quel che trovo ancor più impressionante è la frequenza con cui viene citato “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” (di cui wikisource ne condivide il testo), soprattutto quando a citarla sono i blog scientifici. Infatti, il racconto è talmente pieno di allusioni e gioca così spesso con le altrimenti ferree regole logiche, fisiche e matematiche, che sono riuscite in qualche modo a rompere in maniera brillante e originale un normale schema narrativo, al punto da fargli ottenere a pieno merito la fama raggiunta. E quale migliore strumento poteva essere sfruttato per attirare l’attenzione, se non l’ingenua meraviglia, con splendidi risultati e anche stavolta con pieno successo?

Ecco una rassegna degli articoli a tema più belli, dai quali ho avuto il piacere di imparare qualcosa di nuovo e interessante, trascorrendo il tempo in piacevole compagnia e tutti accomunati da quell’idilliaco mondo di Alice così affascinante e, ancora una volta, solo per i vostri occhi!

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Radiogenesi per creazionisti

Solfato di bario in crescendo ...

Potrebbe sembrare incredibile, ma quaranta anni dopo il celebre colpo di grazia inferto da  Louis Pasteur alla teoria della generazione spontanea nel 1864, accadde un evento che turbò il mondo scientifico, rimettendo tutto in discussione e donando nuova linfa vitale, tanto per usare una locuzione pertinente, alla schiera di creazionisti rimasti orfani dalla prova schiacciante che il celebre biologo riuscì a realizzare con un semplice esperimento riproducibile con estrema facilità.

Creare la vita dalla materia inanimata è sempre stato il sogno recondito di molti scienziati nel corso della storia, e nemmeno i clamorosi fiaschi di coloro che ci provarono individuando nell’elettricità la proverbiale “scintilla”, l’elemento vivificatore della materia in pieno stile shelleyniano, riuscì a scoraggiare i più entusiasti, tanto che la scoperta della radioattività, insieme agli elementi luccicanti manipolati dai coniugi Curie, allora sembrarono i candidati perfetti per quello scopo.

A farne le spese fu proprio il neoarrivato radio, l’effimero elemento che qualche anno più tardi fruttò il premio Nobel ai suoi scopritori. A quei tempi il radio era una vera e propria meraviglia della scienza, da alcuni equiparato ai titoli delle case automobilistiche nelle borse delle speranze scientifiche degli inizi del novecento, sempre in rialzo, manco fosse uno spread impazzito ante litteram. Povero radio! Nel mercato della scienza diventò come il prezzemolo, fu introdotto come elemento miracoloso per la cura di ogni malattia incurabile, con medicamenti, lenti radioattive per rinforzare la vista, improbabili creme per la pelle, supposte, pastiglie, acque minerali terapeutiche e perfino come ingrediente sopraffino nel cioccolato, giusto per non farsi mancare nulla, ma questa è un’altra storia e l’ho già raccontata qualche tempo fa.

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Perché è meglio non chiedere il “perché” delle cose a un chimico!

Trovata in rete così per caso, non ho potuto resistere dal tradurla per riproporla ai miei lettori. Non so chi sia l’autore e, a quanto mi risulta, credo che in italiano sia ancora inedita, eventualmente sono provvisto di cenere da cospargimento, e sarò pronto ad attribuirne la paternità a chi la rivendichi. Spero proprio che nella traslitterazione dall’idioma di Shakespeare non si perda troppo la componente umoristica, anche se si tratta di humour inglese.

Un dialogo con Alice, anni 5, nel quale si dimostra che se tuo padre è un professore di chimica, chiedere il “perché” con insistenza, potrebbe anche rivelarsi … pericoloso!
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Come abbandonare la chimica e diventare famosi

La chimica appesa al chiodo!

No, non sto cercando di sbaragliare la concorrenza, né mi permetterei mai di tentare di convincere chicchessia a lasciare il suo beneamato corso di studi in chimica, beninteso! Quello che vorrei emergesse, è l’evidenza che i chimici (e con loro anche tutti i laureati scientifici), sono capaci di sfondare in qualsiasi campo, grazie alla disciplina, all’analisi dei problemi e al metodo per il raggiungimento delle soluzioni, al pensiero critico,  i quali prendono forma durante l’iter accademico, tali da diventare spendibili nella vita comune, anziché imporre un limite che pregiudichi una carriera fuori dal comune … o fuori dalla chimica stessa!

Talvolta scoprire persone famose che sono in possesso di un titolo accademico a indirizzo chimico, oppure che sono stati studenti in questa nobile quanto ardua materia, potrebbe sorprendere e incuriosire.

Probabilmente conoscerete molti dei personaggi elencati in seguito, magari per essere o essere stati personaggi pubblici, o che forse risulteranno meglio noti per la loro filmografia o discografia, ma da quello che sapete di loro, non immaginereste mai che a quel famoso bivio che a ognuno si presenta in un certo momento della propria esistenza, essi hanno intrapreso una carriera che con la chimica non ha proprio nulla a che vedere!

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Come costruire un microscopio elettronico

Un microscopio elettronico a scansione (SEM, scanning electron microscope) è uno strumento che consente di acquisire immagini da un campione tramite una scansione che sfrutta un raggio di elettroni ad alta energia organizzato secondo uno schema rasterizzato o reticolare come quello di una bitmap. Gli elettroni interagiscono con gli atomi che compongono la superficie del campione producendo segnali che contengono informazioni sulla sua topografia superficiale, ma anche sulla composizione e altre proprietà come la conduttività elettrica. A differenza di un microscopio ottico che è limitato dalle lunghezze d’onda delle radiazioni elettromagnetiche della luce (qualche centinaio di nanometri, in genere arrivano a 1000x), quello elettronico ha la possibilità di esplorare gli oggetti con ingrandimenti che partono da 10x fino a oltre 500.000x, con una risoluzione capace di distinguere un dettaglio di pochi nanometri (1nm = 10−9 m).

Ma è davvero possibile farselo da sé? Certo, non è alla portata di chiunque, ma Ben Krasnov è riuscito a costruirselo nel suo garage, con un po’ di impegno e tanta competenza, acquistando le parti online e spendendo un decimo (o un centesimo?) di quanto sarebbe costato acquistandolo sul mercato, anche se il suo è solo un hobby molto particolare e decisamente geek!

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Contagiato dai Sunshine Award!

Con tutta la nebbia che ho mangiato oggi, pensavo di beccarmi un provvidenziale raffreddore, giusto per farmi il venerdì tranquillo a casa rintanato nel mio caldo lettuccio, e invece no, niente, domani mi tocca lavorare! Di tutt’altra natura invece, il viral che inaspettatamente mi ha contagiato, non una, ma addirittura due volte in queste ultime 12 ore!

Ecco, vedo già qualcuno là in fondo chiosare di deliri febbrili e visioni ancestrali  dovuti all’insorgere di un qualche stato di alterazione psicopatologico. Attenti, o voi che state leggendo dietro a quello schermo: potreste essere i prossimi veicoli di questa incontenibile infezione!

Immagino che a questo punto la vostra curiosità abbia preso il sopravvento, e in molti si domanderanno di cosa si tratti. Calma e gesso, dicevano i professionisti della stecca, basta solo leggere il resto!

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Un brindisi scientifico per l’anno internazionale della chimica!

Grape-Shot: 1915 English magazine illustration...

Image via Wikipedia

La notte di San Silvestro è appena sfumata, scandita da rimbombanti percussioni di natura pirotecnica ed enologica, in un susseguirsi di fulminee manifestazioni entropiche di materia ed energia tra formidabili pressioni gassose e ossidoriduzioni implacabili, in grado di far schizzare per metri un leggero agglomerato di sughero ormai libero dalla morsa della gabbia metallica che lo tratteneva saldamente sulla bottiglia, oppure capaci di proiettare nella profonda troposfera un artefatto alchemico portatore di un tripudio variegato con quelle fantastiche esplosioni di colori impazziti che però fanno impazzire anche gli ignari quattrozampe spaventati.

Non essendo un grande estimatore dei fuochi d’artificio, ho approfondito un aspetto forse meno effimero che di solito caratterizza le nostre feste, e che potrebbe rimanere valido e utile per tutto l’anno e anche oltre!

Quanta chimica si cela dietro quel bicchiere di prezioso liquido variabilmente paglierino e ospite immancabile sulle tavole dei festeggiamenti di tutto il mondo? Il Professor Klaus Roth dell’Institut für Chemie und Biochemie di Berlino ha esaminato a fondo la questione, e non riesco ad evitare di riportare alcune delle sue più interessanti osservazioni.

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Il chimico impertinente regala il calendario della chimica 2011!

Ok, ok, so cosa state pensando. Ecco il solito calendarietto monopagina con un po’ di loghi per l’autopromozione più sfrontata. Bene, vi sbagliate quasi su tutto! Un po’ di pubblicità personale in realtà c’è davvero, ma ho cercato di non esagerare, privilegiando ben altri contenuti, come ad esempio la celebrazione avventizia dell’Anno Internazionale della Chimica, un anno tutto da godere!

Sulla scia del bellissimo calendario dei Rudi Mathematici, disponibile gratuitamente in italiano e in inglese, e che ho scoperto grazie a Peppe Liberti, mi sono scatenato con il mio vecchio excel e ho riprodotto un bellissimo calendario del 2011 da scaricare, stampare e appendere dove credete, meglio se in un laboratorio chimico, didattico o professionale, il tutto completamente aggratis!!! 🙂 Se vi interessa, allora proseguite…

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La chimica dei Guinness

Se ne parla poco, ma anche la chimica può vantare i suoi curiosi primati, sfide estreme spesso goliardiche e bizzarre, che però assolvono pienamente all’implicita dichiarazione d’intenti: sfatare il luogo comune che la scienza è noiosa ed è riservata a quei pochi nerd occhialuti, mentre si può stupire e intrattenere comunicando la scienza in maniera divertente e interessante, senza per questo rinunciare ad una proficua divulgazione di temi scientifici.

Per questo motivo, l’esempio più eclatante potrebbe essere la più grande lezione di chimica mai realizzata, ufficializzata davvero dai Guinness World Records che hanno confermato l’evento come un primato mondiale, svoltosi durante la giornata della scienza del 2009 (Science Day 2009), ma c’è molto, molto di più…

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La bellezza della fisica

Ordunque, con questo post forse mi gioco la reputazione contro-discriminatoria che ho faticosamente cercato di costruire, e vorrei rimarcare che non è assolutissimamente mia intenzione cadere nel maschilistico luogo comune che vorrebbe soddisfatta l’equazione bello/a = stupido/a, né la sua perfetta antitesi, brutto/a=genio/accia, ma il tutto può ricondursi a due variabili semplicemente indipendenti tra loro e assegnate con un criterio del tutto casuale!
Quindi, cosa c’è di meglio che sfamare l’occhio (che sempre vuole la sua parte), presentando alcune delle meraviglie della Fisica, per Lui e per Lei, impersonate da splendidi scienziati e ricercatori che in passerella non sfigurerebbero affatto, nemmeno al cospetto dei concorsi di bellezza più blasonati! Altro che Miss e Mister Universo: qui c’è molto di più…

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Il barometrista impertinente

A volte anche la domanda espressa nella forma più semplice può dare luogo ad impreviste ambiguità che portano a fronteggiare dilemmi morali di ardua soluzione.

Ecco come un brillante studente potrebbe mettere in crisi l’esaminatore che incautamente proponga un quesito senza troppi vincoli, e che ben si presta all’interpretazione dell’alternativa, nemica del conformismo e vanto di chi sa pensare fuori dagli schemi.

Durante una sessione di un esame di fisica, un docente era fermamente intenzionato a rimandare un ragazzo per la risposta data a una domanda, una risposta del tutto impertinente…

Lo studente sosteneva invece di meritare il massimo dei voti, se il sistema non fosse stato truccato per mettere in condizione di svantaggio gli esaminandi. Lo studente e l’insegnante quindi si misero d’accordo per accettare insindacabilmente il giudizio di un terzo “arbitro” imparziale che valutasse la sua risposta alla domanda, “come è possibile misurare l’altezza di un edificio utilizzando un barometro?”

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L’ambasciatore della Terra non è stato avvisato. Interviene il premier

Se un extraterrestre oggi avesse deciso di improvvisare una visita di cortesia al nostro appetitoso pianeta, sarebbe rimasto alquanto deluso per la mancata accoglienza che avrebbe dovuto onorare il primo contatto dell’umanità con una civiltà extraterrestre.

Già, perché come riportato dalle principali testate nostrane (come La Stampa e Il Giornale, tanto per citarne un paio) ispirate dall’AGI e da molte altre testate straniere per niente sensazionalistiche, tra le quali il serissimo Telegraph, e non è da trascurare il sobrissimo Sunday Times, che per leggere la news farlocca però, richiede un modico obolo pari a una sterlina, sempre che non siate abbonati, insomma, tutti annunciano con grande enfasi l’istituzione della prima ambasciata terrestre.

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Viaggio tra i misteri della chimica

Forse se iniziamo a invocare i "misteri della chimica", magari otterremo qualche fondo per la ricerca in più! Imagecredit: Wiley "Non Sequitur"

Tra i misteri ancora da risolvere nelle discipline scientifiche, forse quelli chimici sono i più facili da affrontare e dominare, e solitamente non suscitano lo stesso clamore di altri problemi irrisolti nel campo della fisica, come il mistero dell’antimateria (Antimatter mystery) o il monopolo elusivo (The elusive monopole), oppure della biologia come la vita ibrida (Hybrid life) o l’effetto nocebo (The nocebo effect), tanto per citarne qualcuno.

Questo tipo di problemi nella chimica tendono a fronteggiare questioni come la possibilità di produrre un composto X, esplorare metodiche per analizzarlo o sistemi per purificarlo e vengono di solito risolte in tempi relativamente brevi, anche se possono benissimo richiedere notevoli sforzi per arrivare alla soluzione ricercata.

Tuttavia, capita che ci sono anche alcune questioni con implicazioni più profonde, legate soprattutto alle ricerche emergenti. Partiamo da una definizione.

I problemi di chimica sono considerati irrisolti quando un esperto in materia li ritiene tali o quando diversi esperti del settore non sono d’accordo su un’unica soluzione per un dato problema.

Questa proposizione naturalmente può applicarsi a qualsiasi campo sperimentale, e un sano dibattito spesso porta a conclusioni condivise, probabilmente costruite sulle critiche edificanti delle parti in causa.

Aiutano senz’altro generose iniezioni di fondi incentivanti la ricerca e l’assenza tutt’altro che sterile di ingerenze di qualsiasi tipo, che siano religiose, politiche, economiche, o meri interessi privati come la mitomania e insane ambizioni.

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Varata la fuel cell più grande del mondo!

Il semirimorchio che trasporta la cella

Si tratta della cella a combustibile (fuel cell) più grande del mondo, ed è appena partita alla volta della città di Eastlake, Ohio, per il suo viaggio quinquennale, un intero periodo di test, manco fosse l’Enterprise!

La sua missione è quella di sopperire ai picchi di domanda dell’energia durante i periodi più critici e il suo sarà un lungo viaggio di prova sul campo.

L’imponente cella a combustibile è stata montata all’interno di un semirimorchio di un TIR e contiene abbastanza energia da alimentare ben 500 case. La capacità effettiva della cella è di 1 megawatt e produce esclusivamente vapore acqueo come unica emissione.

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Molecole impertinenti, ovvero quando la chimica fa sorridere! (prima parte)

Che ci crediate o meno, anche i chimici sono dotati di un certo senso umoristico, e il presente articolo lo testimonia perfettamente.

In realtà la lista che segue è solo un limitato riadattamento del ben più noto Molecules with Silly or Unusual Names del professor Paul May (University of Bristol) che mi ha ispirato e ha concesso la traduzione e la condivisione delle immagini che ripropongo. Mi sono riservato tuttavia l’inserimento di qualche voce non inclusa, ma che in italiano rientra a pieno merito nel tema proposto.

Nel caso siate a conoscenza di altri  nomi molecolari curiosi o divertenti, non esitate a segnalarli, e li inserirò al più presto con una nota di ringraziamento per il proponente. Ma bando alle ciance, ecco a voi la rassegna!

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Atomix, il puzzle vintage degli anni novanta!

Il quarto livello, sempre più arduo

Pochi lo ricorderanno, Atomix era uno dei primi videogiochi interamente dedicati alla sintesi molecolare che girava sui gloriosi 286 dei primi anni novanta. Un vero rompicapo realizzato per il Commodore da Günter Krämer e presente anche nelle versioni per pc ms-dos, Amiga e Atari ST, il cui scopo era quello di assemblare diversi tipi di atomi su uno schema bidimensionale per formare la molecola obiettivo.

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Verso il replicatore: la stampante dei cibi digitali

Il replicatore, un gadget ipertecnologico ben noto a tutti i fan di Star Trek e ritenuto per anni un prodigioso sogno decisamente lontano dall’essere realizzabile, ha già compiuto i suoi primi passi in questo universo, anche se il resto del percorso è ancora lungo e tortuoso.

Il replicatore della Voyager. Imagecredit: Paramount (via Memory Alpha)

Un approccio futuristico che per ora è stato impiegato solo nel campo delle nanotecnologie, promette di replicare oggetti di modeste dimensioni, con applicazioni anche per le missioni spaziali. Si tratta di una vera e propria stampante tridimensionale ed è stata battezzata Electron Beam Freeform Fabrication (EBF3), un dispositivo che grazie ad un fascio di elettroni modella un materiale grezzo creando la forma desiderata, una parte meccanica, un ricambio o un utensile, con costi irrisori e soprattutto in tempi brevi.

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Molecole antropomorfe?

L'invasione dei Nanopuziani! Imagecredit: JOC

Si chiamano Nanoputians (traducibile con Nanopuziani) e sono molecole reali con una formula di struttura che raffigura un essere umano stilizzato. Avevo già trattato di una molecola ipotetica che compone con la sua formula la parola SEX, ma qui andiamo ben oltre.

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