Blog scientifici alla riscossa … o allo sbaraglio?

imagePer nulla rassegnati ad una tendenza decadentistica tutta italiana che privilegia il calcio ed il gossip in luogo della cultura e delle nozioni scientifiche, un manipolo di audaci volontari della tastiera divulgativa da anni cercano di infiltrarsi tra le fila dei siti più blasonati, nell’arduo tentativo di portare alla ribalta i temi della scienza con la passione e l’impegno che solo importanti motivazioni idealistiche possono giustificare. Il fatto è che nonostante l’enorme capacità di condivisione che offrono i social network e con rare eccezioni valorizzate dai media tradizionali, la maggior parte di queste opere rimangono circoscritte affondando nella propria nicchia e difficilmente ottengono il numero di letture che si meritano, una prerogativa complicata dalla scarsa cultura del navigatore medio e dall’isolamento spesso intriso da snobismo in cui giace la categoria.

Al contrario di quanto accade nel mondo anglosassone, dove un blog viene tranquillamente inserito nei curricula e spesso viene riconosciuto istituzionalmente, qui da noi l’incentivo è composto semplicemente dalle motivazioni personali, una sorta di missione autonoma che mira alla divulgazione delle proprie esperienze per la quale le difficoltà dei blogger si palesano soprattutto quando queste vengono considerate dagli stessi scienziati come attività poco nobili, e con loro gran parte degli utenti di internet che vivono nello stesso infondato pregiudizio.

Il chimico impertinente è un blog giovane, ma dal suo insediamento in quel propizio maggio del 2010, ha raccolto in un censimento appositamente dedicato, oltre 300 blog scientifici, un numero che è destinato a crescere costantemente nonostante l’estenuante concorrenza dei siti professionali e la scarsa diffusione al di fuori di un settore forse un po’ troppo di nicchia. Un destino che tuttavia potrebbe cambiare presto se le tendenze si allineeranno con quelle del resto del mondo, dove all’universo dei blog si guarda sempre più con fiducia e simpatia, al punto che sono stati perfino pubblicati diversi articoli scientifici peer reviewed che li esaminano esaltandone le potenzialità divulgative nell’ottica di una maggiore e più efficace popolarizzazione della scienza e che nella maniera più amichevole e informale possibile rendono accessibili al grande pubblico argomenti ostici che spesso sono appannaggio esclusivo degli addetti ai lavori.

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Alice, le meraviglie, i blog e la scienza

Alice nel 2267, da Star Trek (TOS: "Licenza di sbarco"). Copyright: Paramount Pictures

Così, in estemporanea meditazione, sono rimasto colpito dal numero di correlazioni, per così dire, insospettabili, che sono possibili tra il più famoso romanzo di Lewis Carroll e quel lato a volte poco attraente della scienza che però ben si presta alla diffusione delle idee, attirando così l’attenzione dei fortunati possessori di quella giusta curiosità che non potrà portare altro che cose buone (dimenticate la faccenda del gatto curioso, quella è una panzana per i pigri e i paurosi).

Quel che trovo ancor più impressionante è la frequenza con cui viene citato “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” (di cui wikisource ne condivide il testo), soprattutto quando a citarla sono i blog scientifici. Infatti, il racconto è talmente pieno di allusioni e gioca così spesso con le altrimenti ferree regole logiche, fisiche e matematiche, che sono riuscite in qualche modo a rompere in maniera brillante e originale un normale schema narrativo, al punto da fargli ottenere a pieno merito la fama raggiunta. E quale migliore strumento poteva essere sfruttato per attirare l’attenzione, se non l’ingenua meraviglia, con splendidi risultati e anche stavolta con pieno successo?

Ecco una rassegna degli articoli a tema più belli, dai quali ho avuto il piacere di imparare qualcosa di nuovo e interessante, trascorrendo il tempo in piacevole compagnia e tutti accomunati da quell’idilliaco mondo di Alice così affascinante e, ancora una volta, solo per i vostri occhi!

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