La “straordinaria amministrazione” del pianeta Giove

Ultimamente è un po’ malato di protagonismo, quindi non perde occasione per far parlare di sé, ispirando le fantasie di molti articolisti e di blogger improvvisati come questo che state leggendo.

La scomparsa della fascia meridionale

Facciamo un breve riassunto:

all’inizio del mese di maggio del 2010, viene denunciata la scomparsa di una delle fasce brune che caratterizzano l’aspetto del pianeta. La prima foto  del 9 maggio proviene da un astronomo dilettante australiano, Anthony Wesley da Murrumbateman, sito nel New South Wales con un telescopio da 14,5 pollici. Wesley era impaziente per il ritorno di Giove nel campo visivo dopo i tre mesi in cui era occultato dietro al disco solare, in quanto nell’ambiente erano già chiari i segni dell’inizio della scomparsa della fascia fin dalla metà del 2009, e l’attesa è stata finalmente premiata!

Un'immagine da Hubble preannuncia l'imminente ritorno della cintura di Giove?

Il fenomeno di dissolvenza si ripete ciclicamente, ma non è possibile prevedere la ricomparsa della fasce,  composte principalmente da ammoniaca solida, fosforo e zolfo, e l’ipotesi più accreditata sembrerebbe attribuirne la causa alla sovrapposizione di una spessa coltre di nuvole che la nasconde. L’ultima volta che si è verificato un tale fenomeno è stato agli inizi degli anni ’70, ma a quei tempi non era possibile osservarlo con le moderne tecniche e le risoluzioni di cui oggi siamo dotati, concedendo così un’occasione rara da sfruttare per approfondire le nostre conoscenze in merito. Alcune recenti immagini sembrerebbero tuttavia preannunciare la ricomparsa della fascia meridionale, grazie alla presenza di una ‘fila’ di incoraggianti macchie brunastre.

La sera del 3 giugno scorso, in maniera del tutto indipendente, lo stesso Wesley insieme a Christopher Go dalle Filippine immortalavano uno strano e relativamente colossale impatto sulla superficie di Giove, lasciando di stucco gli astronomi che si aspettavano una scia di detriti in seguito allo schianto, cosa che accade frequentemente.

Nemmeno con la nitidezza delle visualizzazioni ultraviolette della Wide Field Camera 3 di stanza a bordo del telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA è stato possibile trovare tracce o detriti riconducibili al corpo meteorico precipitato. Questo potrebbe significare che l’oggetto non è andato troppo oltre la sua atmosfera, esplodendo probabilmente prima dell’impatto che in realtà potrebbe non essere mai avvenuto.

Giove è il pianeta più grande del sistema solare, una stella mancata secondo qualcuno, e il suo vasto pozzo gravitazionale ripulisce il sistema solare da un gran numero di detriti erranti, proteggendo in qualche modo i pianeti più interni da un’inevitabile e catastrofica pioggia di meteoriti.

Nessun mistero quindi e intanto Giove dall’alto continua a sorridere degli spergiuri degli amanti…

Fonte: Physorg (Hubble scrutinizes site of mysterious flash and missing cloud belt on Jupiter, Jupiter has lost one of its cloud stripes)

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