Il chimico sfuggente e la sua molecola elusiva

C’era una volta un ragazzo friulano che aveva sviluppato un’insolita simpatia per la chimica, probabilmente favorita dalle frequenti visite di un fratello della madre, tal Giovanni Carnelutti, un chimico di prim’ordine collaboratore di Stanislao Cannizzaro e in seguito Presidente della Società Chimica di Milano (ora Società Chimica Italiana), che indubbiamente contribui ad un certo sviluppo e alla diffusione della sua materia in quei tempi bui.

Il ragazzo di cui narravo, al secolo Angelo Angeli, nato il 20 agosto 1864 a Tarcento, un piccolo comune in provincia di Udine, frequenta con profitto l’Istituto Tecnico di Udine quindi, dopo l’inevitabile servizio militare, si iscrive all’Università di Padova, dove ha la fortuna di conoscere il professor Giacomo Ciamician, considerato oggi come il profeta dell’energia solare per i suoi studi sulle azioni chimiche della luce.

Ciamician riconosce in lui una vivace intelligenza, e insiste affinché egli lo segua in occasione del suo trasferimento presso l’ateneo bolognese, quando nonostante non fosse ancora laureato, diventa il suo primo assistente. Consegue finalmente la sua laurea all’età di 27 anni e dopo soli due anni gli viene conferita la libera docenza. Quattro anni più tardi vince con votazione unanime il concorso per la cattedra di Chimica Docimastica, un ramo della chimica che si occupa della natura e della composizione dei materiali, minerali e metalli, che oggi si potrebbe definire come chimica merceologica. Tuttavia, nonostante l’importanza dei suoi lavori nel campo e 52 pubblicazioni al suo attivo, vede svanire l’ambita cattedra per la mancanza di titoli specifici in materia da parte del Consiglio Superiore, che con una lunga e indolente arringa riportata sul n. 153 della gazzetta ufficiale del 1898 annulla in toto l’esito del concorso per motivi probabilmente discutibili.

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Chi è il più grande chimico della storia?

Il contest del momento come da titolo, è stato lanciato su Twitter da NatureChemistry un paio di giorni fa, scaturito da una conversazione improvvisata tra alcuni big di Nature, che per primi (quest’anno) si sono posti la fatidica questione: quali sono le principali icone nella storia della fisica e naturalmente della chimica?

Ben presto i quattro [1] si rendono conto che per la fisica (non se la prendano gli estimatori) il problema è di facile e immediata soluzione. Fra i contendenti ne spiccano due, Einstein e Newton, che da soli raccolgono senza indugi la maggior parte delle preferenze, a questo link, con la “modica spesa” di una registrazione gratuita potrete trovarne qualche testimonianza.

Il testo originale del sondaggio recita:

…time for an unscientific & arbitrary Twitter poll – Who is the greatest chemist of all time? #IYC2011

Nel contempo emerge la consapevolezza che per la chimica la faccenda si complica, e parecchio. Bisogna riconoscere che la notorietà tra i chimici è molto più ripartita, certo esistono alcuni nomi più noti di altri, ma per questa disciplina siamo di fronte ad un insolita quanto democratica condivisione della fama. La preferenza in questo frangente diventa quasi sempre principalmente soggettiva, spesso viene pilotata dalle comuni origini territoriali, oppure viene rievocata da reminescenze scolastiche scolpite indelebilmente nelle profondità della memoria, talvolta è la semplice comunanza del settore della ricerca o dello specifico ambito lavorativo che ne decreta un certo favoritismo, quasi partigianistico.

Per gli sprovveduti, i curiosi e tutti quelli a cui il nome di un chimico celebre non sovviene immediatamente, vorrei dedicare questa selezionata rassegna, un elenco (ahimè) fin troppo breve e tutt’altro che esaustivo di chimici memorabili, che conosco meglio o che trovo più significativi e simpatici. [2] Lascio ai miei lettori la gradita facoltà di commentare la propria preferenza, lasciare un contributo aggiuntivo o segnalare involontarie omissioni.

Lo han fatto quelli di Nature, subito seguiti da un noto blog di chimica ispanico, e da chissà quanti altri in futuro. Ebbene, da buon impertinente, potevo io sottrarmi dal rilanciare un così opportuno e interessante sondaggio? In parallelo vorrei anche lanciare un contest nostrano, proprio in onore dell’Anno Internazionale della Chimica (IYC2011, per gli amici) visto dal belpaese, ma soprattutto per inaugurare l’ultimo arrivato tra i carnevali scientifici: il  neonato carnevale della chimica!

Dunque, la seconda importante domanda, in estrema sintesi, è: qual è il più grande chimico italiano  della storia?

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