
Stronzianite fluorescente con calcite. (Image credit: Wikimedia Commons)
Lo stronzio è un elemento chimico appartenente al gruppo dei metalli alcalino-terrosi, lo stesso in cui è presente il calcio, e per questo motivo condivide molte delle molteplici proprietà chimico-fisiche strettamente correlate alle funzioni della biochimica della vita.
Negli impianti nucleari, un isotopo dello stronzio, 90Sr, avente una emivita di 29 anni, viene allegramente prodotto dalle reazioni di fissione nucleare. E’ presente in quantità nel combustibile nucleare una volta esaurito, pertanto è un componente importante delle scorie nucleari, dal 5,8 al 6,8% della quantità di uranio iniziale, a seconda dell’isotopo considerato (rispettivamente 233 e 235).
Lo stronzio radioattivo è pericoloso per la salute perché tende a sostituirsi al calcio delle ossa e quindi a permanervi per lungo tempo, provocando tramite la sua radioattività l’insorgere di forme tumorali (cancro alle ossa, al midollo osseo e varie leucemie). Una verità incontrovertibile.
Sempre più spesso vengono riscontrate anomale, e per qualcuno “inspiegabili”, presenze di questo isotopo nei pesci che, guardacaso, si trovavano a passare nei pressi di una centrale nucleare, come ad es. nel Vermont, un impianto che in questo momento è nell’occhio del ciclone per una grave perdita di trizio, di cui però non si parla molto, il reattore lo chiamano Yankee, forse per esorcizzarne i timori con un appellativo confidenziale …

Accattatevillo! (Courtesy credit: Tom Ferguson)
Bene, l’allarme è stato liquidato come infondato, lo stronzio 90 si è diffuso nella crosta terrestre a causa del disastro di Chernobyl e di test nucleari sparsi nel tempo in tutto il mondo, e che hanno rilasciato nell’ambiente grandi quantità di questo isotopo a causa delle polveri che ricadono sulla superficie dopo l’esplosione. E’ anche notorio che la fauna ittica è un ottimo bioaccumulatore di veleni vari, come ad esempio per il mercurio. Tutto calza a pennello, peccato che l’incidenza dei casi di leucemia è in costante aumento in maniera direttamente proporzionale alla distanza dai temuti impianti. E molti americani cominciano a preoccuparsi seriamente.
In un mondo dove la notizia più letta del giorno riguarda i mondiali di calcio (o dovrei dire i mondiali di stronzio per impertinente analogia?), dove l’OMS viene accusata per la promozione di un inutile ma proficuo vaccino, dove la BP paga per rimuovere parole scomode dalle ricerche su google, nel vano tentativo di nascondersi con un dito dalle ire dell’opinione pubblica, in un mondo dove si viene a sapere di un incidente nucleare non prima di qualche mese dopo che è avvenuto (vedi Tricastin, qua vicino a noi), in cui i disastri vengono annunciati il più tardi possibile o peggio insabbiati per non provocare inutili insurrezioni, siamo proprio così sicuri della sicurezza della scelta nucleare?
Io proprio per niente.
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