Skynet? One step closer! (La via dei terminator…)

Difficile prevedere se le nuove tecnologie che bollono in pentola verranno usate a fin di bene, in un timido virgulto di ravvedimento del genere umano, ormai agonizzante nella propria estasi da globalizzazione economico-militare, oppure, evitando accuratamente di smentire se stessa, la nostra civiltà sia in procinto di costruire le pareti del proprio baratro.

Darei comunque il beneficio del dubbio, evitando di fare (facili) processi alle intenzioni, anche se il programma di cui vi sto per accennare è una recente creatura della DARPA.

Diversi team universitari statunitensi, distaccati nelle facoltà di Harvard, Cornell e MIT, sono occupati su diversi fronti per la creazione della cosiddetta “materia programmabile“, un materiale composto da un certo numero di unità individuali, con la capacità di auto-assemblarsi a comando per formare l’oggetto tridimensionale desiderato. Ad esempio, uno dei primi prototipi, passa dalla forma di una chiave inglese, si “decompone” e si ricompone per riprodurre un martello in pochi istanti.

L’accostamento con i monomeri delle macromolecole biologiche non è esagerato, anche se la ricerca è ai suoi primi passi. Secondo il dottor Mitchell R. Zakin, i materiali, i sistemi di comunicazione e i computer, saranno sempre meno distinguibili. Infatti le ricerche spaziano tra diverse discipline, come l’informatica, robotica, biologia, chimica, fisica e sono stati coinvolti perfino alcuni artisti! I team coinvolti sono così orientati:

  • un gruppo si occupa dello sviluppo di oggetti bidimensionali che si “ripiegano” in forme 3D, una specie di origami auto-pieganti grazie agli speciali attuatori che li animano.
  • Ad Harvard, invece è allo studio un programma informatico per la manipolazione di molecole di DNA, che guida le interazioni dei legami nelle lunghe catene elicoidali, qualcosa di ancora inesplorato.
  • Un altra squadra ha scoperto un sistema per trasformare quelle stesse catene di codice genetico in una specie di “velcro molecolare”, in grado di ricoprire e mantenere due oggetti in una specie di intimo contatto per assemblarne uno più complesso, ad esempio un utensile. Dopo l’uso, si può tranquillamente ordinare di smontarsi da solo (e magari di riporsi nella sua custodia?).
  • L’ultimo gruppo approccia il metodo con cui le proteine compongono le macromolecole negli organismi viventi per riprodurre le stesse proprietà macroscopicamente, tramite un linguaggio di programmazione che permette ad ogni componente del materiale da elaborare le singole informazioni.

A metà strada fra un Terminator T-1000 e un Transformer, le nuove frontiere dei materiali programmabili e a memoria di forma prospettano incredibili applicazioni: mutaforma intelligenti, flessibili, indistruttibili, inossidabili, adattabili, mimetici, immuni, infaticabili. La nostra perfetta nemesi, insomma, oppure un altro miracolo della scienza? Fate spazio ai posteri…

Fonti:

The Daily Galaxy

Programma DARPA

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